Con l’arrivo dell’inverno, per gli atleti di atletica leggera la sfida quotidiana non si limita più a migliorare le proprie prestazioni, ma include anche la lotta costante contro il freddo.

Ogni allenamento diventa un esercizio di resistenza, non solo fisica ma anche mentale, soprattutto per chi si allena all’aperto in impianti che, molto spesso, non sono protetti dalle intemperie. Abbiamo raccolto le esperienze e i consigli dei due capitani delle squadre assolute, Chiara Crippa e Mattia Di Panfilo, due voci autorevoli e pragmatiche che hanno sviluppato delle strategie personali per affrontare le rigide temperature invernali.

 

Chiara Crippa: “Vestirsi bene è essenziale per sfidare il freddo”

Capitana della squadra femminile, Chiara Crippa ha elaborato una strategia pratica e precisa per non lasciarsi vincere dalle basse temperature. “D’inverno, bisogna coprirsi bene, non solo per non avere freddo, ma anche per evitare fastidi o infortuni muscolari dovuti al gelo,” racconta. La sua tecnica prevede un abbigliamento multistrato, che va adattato ai diversi momenti dell’allenamento: “Indosso un calzino lungo sopra i leggings per proteggere le caviglie, che restano una delle parti più esposte, e per il riscaldamento metto anche la tuta.” La parte superiore del corpo è anch’essa coperta strategicamente: prima una maglia a maniche corte, seguita da uno strato termico o di pile e, infine, una felpa.

Chiara condivide anche la sua personale avversione per gli allenamenti invernali. “Non mi piace affatto allenarmi al freddo,” ammette, “ecco perché, quando posso, cerco di organizzare le sessioni durante l’ora di pranzo, che è il momento più caldo della giornata.” Il suo approccio è chiaro: la determinazione a rimanere calda, accompagnata dalla scelta di orari strategici, le consente di affrontare le difficoltà climatiche con maggiore serenità.

 

Mattia Di Panfilo: “Elasticità e freddo non vanno d’accordo”

Il capitano della squadra maschile, Mattia Di Panfilo, specialista nei 110 metri ostacoli, racconta come il freddo rappresenti un ostacolo non da poco per un velocista che ha bisogno di esplosività e fluidità nei movimenti. “Nelle specialità tecniche come gli ostacoli, serve molta elasticità muscolare, e il freddo tende a irrigidire i muscoli, rendendo più difficile eseguire i movimenti con scioltezza,” spiega. Per risolvere questo problema, Mattia ha sviluppato una tecnica di riscaldamento molto più lunga e attenta. “Un riscaldamento accurato è fondamentale, soprattutto per evitare contratture,” afferma, “e dedico una buona parte della fase iniziale agli esercizi di stretching, per preparare i muscoli a sopportare meglio l’impatto con il freddo.”

Un altro problema che Mattia sottolinea è la mancanza di strutture adatte per proteggersi dalla pioggia e dal vento. “Quando piove o fa molto freddo, non avendo un posto riparato dove allenarci, a volte mi trovo costretto a saltare l’allenamento per evitare rischi di infortunio.” Anche l’abbigliamento per lui è cruciale e prevede diversi strati sia per la parte inferiore sia per la parte superiore del corpo: “Metto un leggings corto, uno lungo e sopra un pantalone lungo, mentre sopra opto per una maglia a maniche corte, una termica e una felpa.”

A differenza di Chiara, Mattia evita i calzini lunghi: “Mi capita di perdere sensibilità ai piedi se li copro troppo.”

Con un sorriso, il capitano condivide anche un piccolo consiglio: “Vi sembrerà strano, ma è così: più vi coprite e più sentirete freddo!” Il suo suggerimento riflette una verità ben nota tra gli atleti: coprirsi troppo può ostacolare la libertà di movimento, portando a un paradossale senso di freddo maggiore.

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